samedi 20 août 2011

Il gran premio motociclistico di Motegi e l'hara-kiri radioattivo

L’inquietudine dei piloti motociclisti riguardo alla tenuta del gran premio di Motegi è pienamente e obiettivamente fondata. L’Aipri non può  che sostenerli nella loro legittima richiesta di annullamento del gran premio. Il loro buon senso spontaneo trova in effetti riscontri scientifici incontrovertibili. E tremendo e lacerante risconoscerlo ma va esplicitato senza tanti giri di parole. Fukushima è il più grave incidente nucleare mai avvenuto e più grave del insieme degli incidenti civili mai avvenuti. Ingenti quantitativi di radionuclidi polverizzati sono stati immessi nell’atmosfera mondiale, ossia tonnellate in ognuna delle quali vi sono circa 18 kg di elementi di fissione e di attivazione "longevi" che rappresentano un potenziale ufficiale di 1 miliardo di dosi letali per inalazione, e una parte è ricaduta sul territorio nipponico. Il Giappone è oramai una zona radioattiva off-limit sia per via del deposito di infinitesimali particelle radioattive su praticamente tutto il territorio, anche se più marcato da Tokyo compreso in su, sia per il fatto della contaminazione cronica dell’aria alimentata dagli incessanti rilasci di Fukushima. Recarsi in Giappone significa esporsi tanto alla radioattività artificiale esterna quando alla molto ma molto più dannosa radioattività interna respirando, bevendo e mangiando fatalmente particelle ionizzanti. Non vi è più, coltura, bestiame, cibo, acque, incontaminato. Le morti improvvise, testimoniate dai blog, stanno incrementandosi in Giappone in maniera spaventosa, enorme, gli aborti spontanei sono in crescita, sintomi di malessere fisico generico si stanno diffondendo nella popolazione, ingenti tracce di radioattività sono state riscontrate nei bambini, i rilievi radiologici dei cittadini provano una pesante e diffusa contaminazione nell’intero paese. Nessuno esce dal Giappone senza aver incorporato la sua dose di radionuclidi artificiali il cui effetto patogeno si mostrerà nel tempo. Nessuno esce dal Giappone senza aver incrementato la probabilità di morire di tumore, di infarto, di leucemia e di tante altre malattie. I piloti fanno bene a voler starne alla larga. Fanno bene a voler tutelare la loro salute. Fanno bene a rifiutarsi al hara-kiri radioattivo.

Hiroshima to Fukushima, Finishing the Job

http://www.pierpaolomittica.com/home/italiano/fukushima-

no-go-zone/

2 commentaires:

huemaurice7 a dit…

Nella misura in cui questa analisi è giustificata, sarebbe un grande momento di mettere il Giappone sotto embargo, in modo che si estende anche più danni da radioattività nel mondo.
Mettere fine al commercio con l'isola del Pacifico sarebbe - inoltre a ricevere che fabbricano - fine subappaltatore paesi nello stesso caso dove delle parti irradiati a fianco le parti aggiunte "Made in Cina, India, Pakistan e gli altri".
La domanda di oggi (come una spada di Damocle) è in quanto tempo è t - si morire?

La terra non ha uscite di emergenza. a dit…

Al legittimo embargo i nostri amati e venerati dirigenti preferiranno la crescita dell’economia oncologica dei nostri paesi nonché di quella del settore della fecondazione assistita che si profilano.
Per quanto riguarda t, domanda alquanto fondata..., è terrificante quanto difficile rispondere obiettivamente. Non ci sono ne limiti di tempo inferiori ne superiori. L'effetto di una contaminazione odierna può comparire anche 30 anni più tardi. Il poco, drammatico, di cui si è certi è che l'impatto sui bambini è molto più precoce che sugli adulti.