dimanche 3 février 2008

Pubbliche domande scientifiche tutt’ora senza risposta.

Una teoria si valuta anche dalle sue implicazioni logiche: cio che è falso in pratica è falso in teoria. (Hegel)

Una “teoria” in voga anche presso la commissione senatoriale sugli effetti dell’uranio "impoverito" insegna che 2 specie di particelle sono prodotte durante l'impatto di un ordigno contenente un dardo a l'uranio 238. Delle particelle radioattive e delle particelle di leghe di metalli non radioattivi forgiate durante la brutale combustione del punto di perforazione (quando codesto è in metallo e non lo è sempre). Questa “teoria” viene accompagnata da inopugnabili, e propriamente grandiose, prove fotografiche della presenza di queste nanoparticelle “belliche” nei tessuti dei soldati malati ma nessuna delle quali viene tuttavia segnalata come radioattiva dai ricercatori. L'evento propriamente sbalorditivo che, a suo malgrado, questa “teoria dell'uranio come mandante della contaminazione interna ma non come killer" svela inavvertitamente ma implacabilmente è pertanto che soltanto le nanoparticelle NON radioattive, qui largamente minoritarie rispetto a quelle radioattive,
[1]entrano nel corpo dei soldati.[2] Ne consegue molto empiricamente che quando un soldato si trova nel mezzo di una nube composta da nanometalli radioattivi e da nanometalli stabili, ebbene si, risolutamente si, inala esclusivamente questi ultimi nanometalli NON radioattivi.[3] E lì una magna rivelazione scientifica degna del più nobile dei Nobel! Bisogna che l'IRCP e l'AIEA nonché gli svariati istituti nazionali di radioprotezione cessino immediatamente ogni vana ricerca sulla contaminazione interna da particelle metalliche radioattive. Bruciare immediatemente la biblioteca nucleare di Los Alamos, da più di 50 anni zeppa di prove, “nanofotografiche” comprese[4], del contrario. Basta stupidi studi sulle dinamiche migratorie dei radionuclidi metallizzati all'interno del organismo. Basta stupide norme sui quantitativi massimi di nanoparticelle metalliche radioattive per metro cubo d'aria. Che le leggi vigenti di radioprotezione interna vengano di punto in bianco abolite. Che cessi il folle timore per le ricadute atomiche e che gli stati maggiori la smettano di dimenarsi nel prevedere al meglio queste. La notizia non è da poco. Le particelle metalliche radioattive non vengono incorporate dai soldati sui campi di battaglia. Stanno fuori. Vedono un naso militare e ricevono un input inibitorio, un ordine: “vade retro”.[5]E scientifico. L'eminente “teoria”, a suo malgrado, insegna al mondo che le particelle radioattive evitano con cura di colonizzare gli organismi viventi: una grandiosa scoperta per grandiosi parterre. Questo si che è onorare i caduti.

Paolo Scampa
Vice-presidente dell'AIPRI


[1] Falsifichiamo subito la leggenda, di ripiego, secondo la quale durante l’impatto sono prodotti infinitamente più nanoparticelle stabili che instabili. Trovare i nanoelementi radioattivi nel corpo è in queste condizioni come cercare un ago in un pagliaio in quanto si formano tonnellate di nanoparticelle stabili con qualche chilogramma di uranio impoverito, sentiamo dire senza sentire profumo di prova, neanche matematica. Saggiamo le implicazioni che scaturiscono da questa asserzione: tutto cio che viene colpito, o quasi, va in fumo!!! Un colpo perforante al UI ed ecco il carro armato, o l’edificio, vaporizzato! Le guerre "impoverite" non fanno residui bellici ! Tutto questo è ridicolo. I dati empirici sono chiari e le prove fotografiche sotto gli occhi di tutti: un dardo a l’uranio 238 fa un buco appena superiore al suo diametro e basta. E questo buco pesa circa un terzo del peso del dardo. Eccone una dimostrazione: Un dardo, standard, di UI di 1,3 cm di raggio * 34,5 cm di alto * 18,95 gr al cm3 = 3,2 kg di UI. (NB i dardi hanno la forma di un cilindro --> 3,14 * 1,3 al quadrato * 34,5 * 18,95 = 3,2 kg) La corrazza di un carro armato è spessa circa 20 cm e densa circa 9 gr. al cm3. Il foro provocato dall’UI misura circa 1,5 cm di raggio (3 cm di diametro) su 20 cm di spessore e pertanto pesa 1,27 kg. (3,14 * 1,5 al quadrato * 20 * 9 = 1,27 kg) In sintesi 3,2 kg di UI Vs 1,27 kg di “ferro”. Vi sono più particelle radioattive che particelle stabili. Ora anche supponendo, falsamente, che soltanto la metà del dardo si “aerosolizza” mentre la totalità della massa del foro, è inesatto, si “aerosolizza” si ha parità di peso e di particelle. Quale spiegazione razionale dare alla dichiarata assenza di particelle radioattive nei tessuti? Quale validità scientifica hanno le generalizzazioni proposte del “uranio mandante ma non killer”? Come sostenere raggionevolmente che i soldati inalano le particelle stabili ma non quelle instabili? Noi non ci riusciamo. Siamo probabilmente troppo legati al principio di non contradizione. Un gravissimo diffetto, ne conveniamo.

[2] Questa è l'unica logica conclusione scientifica che possiamo in effetti trarre dal fatto che i ricercatori dichiarino NON trovare MAI “nanometalli” instabili dentro i tessuti dei soldati ma soltanto “nanometalli” stabili (la cuì pericolosità anche se inferiore a quelle radioattive è, a noi stessi, indubbia). Altre conclusione sono impossibili. Forse sarebbe il caso realizzare analisi ulteriori sugli stessi campioni? Dopotutto la scienza si basa sulla riproducibilità dei fatti e delle osservazioni e sarebbe opportuno chiedere ad altri laboratori se le particelle magistralmente osservate nei tessuti dei soldati martoriati siano davvero tutte stabili. È forse tradire i soldati e la memoria di quelli che non ci sono più chiedere una convalida indipendente di incomprensibili dati radiologici?

[3] Non sono di certo queste asserzioni esplicite dei tutori della “teoria del mandante”, ma sono implicite e logiche conseguenze della loro fondamentalista teoria “unifattoriale” alle quali non possono fuggire.

[4] “Hot” or radioactive particle in lung tissue”, photo by Del Tredici, Burdens of Proof by Tim Connor, Energy Research Foundation, 1997. http://www.mindfully.org/Nucs/Hot-Particle-Lung-Tissue1997.htm

[5] Non disdegniamo una spiegazione alternativa: le polveri sottili radioattive si dematerializzano puramente e semplicemente quando vanno in combustione ! Per questo non entrano negli organismi viventi. Non ce ne sono più ! Gli atomi di uranio spariscono definitivamente ! Il problema delle scorie è risolto ! Un gran falò ! La scienza nucleare va subito rifatta di punto in bianco !

Quanto qui asserito in modo teorico nel 2008 è stato confermato con dati radiologici incontrovertibili nel 2010 da un laboratorio francese. Cf.
http://aipri.blogspot.com/2011/02/luranio-impoverito-ce.html

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