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vendredi 13 octobre 2023

A proposito di radon.

 

Il radon 222 (86Rn222) è un radioelemento alfa.  Le sue particelle α di 5,59 MeV espulse ad una velocità di circa 15000 km al secondo frenano brutalmente senza deviare in 50 micrometri di tessuti scontrandosi cogli elettroni degli atomi e ionizzando densamente l’area microscopica attraversata. (Molto più raramente si scontrano col nucleo degli atomi deviando li traiettoria.) Ha un periodo fisico di decadimento di 3,82 giorni con costante di disintegrazione λ di 2,09822E-6. Tramuta in polonio 218 (84Po218) -radioattivo-. Decade del 99,99999% in ≈ 88,9 giorni. Ha un periodo biologico di 35 giorni con costante λb di 2,29215E-7 e un periodo effettivo di 3 giorni dopo il quale la metà scompare dall’organismo con costante λe di 2,32743E-6. Ha un’attività specifica di 5,692E15 Bq/gr (153832,069 Ci/gr) e una densità di 0,00973 gr/cm3. Il suo fattore di dose per inalazione è di 1,40E-8 Sv/Bq e per ingestione di 3,5E-9 Sv/Bq.

 

Il radon è un gas radioattivo naturale che disintegra in modo alfa con un tempo di dimezzamento di 3,82 giorni trasformandosi in alquanto pericoloso polonio 218. E il sesto anello di una catena radioattiva di 14 radioelementi chiusa in piombo 206 stabile ed originata dal uranio 238, il più longevo elemento della serie con un’emivita 4,47 miliardi di anni. Si forma ovunque nella crosta terrestre per decadimento del radio 226 suo immediato predecessore. Se non venisse prodotto in permanenza scomparirebbe quasi del tutto dopo 90 giorni della sua formazione (dopo il trascorso di circa 23 emivite). In natura il radon 222 è assieme agli altri membri della catena all’equilibrio secolare con l’U238: la sua attività radioattiva è pari a quella del U238, il suo lontano progenitore da cui dipende e che fissa la massima attività raggiungibile nel tempo da ogni anello della sua catena radioattiva.

Pesante, inerte, incolore, inodore e insapore, il radon 222 persiste sufficientemente a lungo per poter raggiungere di continuo acque e atmosfera contrariamente agli altri 2 brevissimi e più radioattivi isotopi di radon prodotti nelle catene naturali del uranio 235 (Rn219) e del torio 232 (Rn220) che svanisco per lo più prima di fuoriuscire. Si sprigiona in continuazione risalendo le faglie e le permeabilità del sottosuolo. Durante i periodi di quiete sotterranea sfiata meno che durante i periodi di progressiva deformazione del sottosuolo che precedono i terremoti e aprono nuovi varchi di sfogo per i gas. Legate alle variazioni morfologiche sotterranee, le variazioni anomale “in superficie” del livello di radon sono un possibile segnale precursore dei terremoti e delle eruzioni vulcaniche e si qualificano comunque in quanto indicatore affidabile delle dinamiche sotterranee e vulcaniche che si rivela inoltre altamente correlato ad altre misurazioni geofisiche.

E un gas micidiale. Di modica quantità, una sua dose letale acuta per inalazione “pesa” soltanto 63 miliardesimi di grammo (63 ng), comporta 170 mila miliardi di atomi, configurerebbe una bolla teorica di 0,23 millimetri di diametro ed emette 357 milioni di particelle alfa al secondo (3,57E8 Bq) molto dannose se sparate all’interno degli organismi a contatto coi tessuti viventi. Una dose letale per ingestione tramite l’acqua “pesa” invece 251 miliardesimi di grammo (251 ng), conta 681 mila miliardi di atomi, starebbe in una bolla virtuale di 0,37 millimetri di diametro e realizza 1,4 miliardi di irraggiamenti al secondo (1,42E9 Bq). Tali concentrazioni da adagiarsi in una goccia d’acqua o da venire respirate in pochi minuti portando alla morte ineluttabile entro 3 settimane non esistono ovviamente in natura o sarebbero estremamente circostanziali.

Illustrano tuttavia a tutti l’insidia dell’esposizione interna cronica a dosi anche di gran lunga inferiori, facendone del resto un oggetto internazionale di definizione di (blandi) limiti di tolleranza e di monitoraggio ufficialmente puntiglioso da parte degli organi preposti. Rappresenta infatti un pericolo molto serio nelle acque potabili e negli ambienti chiusi poco ventilati (sotterranei, cantine, tunnel, caverne, grotte, mine) mentre all’aria aperta diluisce rapidamente ma comunque marcandola vicino al suolo con valori dell’ordine dei 10 Bq/m3. A questo proposito è alquanto singolare che L’osservatorio vesuviano della INGV che monitora scrupolosamente tra l’altro gli irrequieti Campi Flegrei non menzioni affatto le emissioni di radon benché abbiano risvolti sanitari per la popolazione e per loro stessi.

Su scala mondiale è ritenuto responsabile di circa la metà della dose di irraggiamento naturale assorbita dagli uomini. Causa dal 6 al 15% dei tumori polmonari fatali l’anno secondo la OMS. Stando alle blande stime della commissione radiologica internazionale (ICRP) miete circa 550 mila vittime l’anno per una dose annuale media assorbita di 1,26 mSv a persona dovuta soltanto al radon. 0,00126 Sievert * 5,5% Fattore di rischio per Sievert ICRP * 8,00E9 Popolazione = 554,4 mila vittime. Infatti l'assorbimento di una dose ionizzante di 1,26 mSv (126 mRem) innalza il rischio individuale di morbilità allo 0,009%, il rischio di tumore mortale allo 0,0069%, il rischio genetico allo 0,0013% ed il rischio di leucemia allo 0,00001%. Secondo la legge delle probabilità vi sarà pertanto 1 disturbo patologico ogni 1/0,0088% = 11338 persone che hanno assorbito la medesima dose tra cui comparirà 1 caso di tumore fatale ogni 14430, 1 caso di disturbo genetico ogni 79365 e 1 caso di leucemia ogni 9337068. Per una popolazione di 8 miliardi di individui che hanno assorbito questa dose bisognerà tragicamente aspettare che annualmente 705,6 mila persone siano colpite tra cui 554,4 mila casi di tumori mortali, 857 casi di leucemia e 1688 malformazioni congenite considerando 134 milioni di nascite l’anno a livello mondiale.

La radioattività naturale non è buona e bisogna proteggersene. Promuovere nonché fatalmente disperdere quella artificiale sia civile che militare ancor più pericolosa è un crimine contro la specie.

 

Post scriptum: Stime di mortalità di vari istituti a confronto per l’assorbimento di 1,26 mSv.

554 mila morti secondo la ICRP [0,00126 Sv * 5,5% * 8,00E9 = 554 mila], 806 mila secondo la commissione radiologica americana [0,00126 Sv * 8% * 8,00E9 = 806 mila]; 1,01 milione secondo la commissione radiologica britannica [0,00126 Sv * 10% * 8,00E9 = 1,01 milione], 1,75 milione secondo la commissione radiologica nippo-americana [0,00126 Sv * 17,4% * 8,00E9 = 1,75 milione], 6,05 milioni secondo Mancuso, Stewart e Kneale [0,00126 Sv * 60% * 8,00E9 = 6,05 milioni].

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