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jeudi 24 mars 2011

Le incognite radiologiche


L’agenzia di promozione del nucleare (AIEA) promuove logicamente, la paghiamo per questo, la censura delle informazioni scientifiche al riguardo degli elementi radioattivi che compongono la nube radiotossica che si eleva tutt’ora dalle centrali atomiche di Fukushima.
Niente viene detto sugli emettitori alfa, i più radiotossici di tutti, per effetto di prossimità, in caso di contaminazione interna. Nulla viene detto, ne peggio smentito, sugli elementi che componevano la nube alzatasi durante la seconda esplosione probabilmente fatta di scorie radioattive -o di parte del cuore atomico-. Nessuno quantifica le nanoparticelle volatili di plutonio, di americio ecc., nessuno ne precisa la dimensione, nessuno ne contempla la distribuzione per metro cubo di atmosfera, nessuno ne quantifica i volumi giornalieri incorporati dagli esseri umani, nessuno rileva l’incommensurabile radiotossicità, ossia morte per tumore indotto, di una particella di Pu239 di un micrometro di diametro celata dietro una ridicola radioattività apparente. Silenzio tombale su un quesito alquanto fondamentale per la radioprotezione delle genti: quante particelle di un micrometro di Pu239 ci sono per metro cubo d’aria ? Quante tonnellate di scorie radioattive sono state esplose sulle  2800 presenti nelle piscine ? Ricorderemo che queste scorie contengono circa 12 tonnellate di prodotti di fissione -1,7 t di Cs137, 0,770 t. di Sr90 - e 52 t tra U235 residuale e prodotti di attivazione -8,5 t di U236; 11,4 t.  di Pu239; 4,5 t. di Pu240; 1,3 t. di Pu241; 1,7 t di Am241; 27 kg  particolarmente radiotossici di Cm244-.  
Tutta la disinformazione è esclusivamente concentrata sullo iodio 131 che ha un tempo di dimezzamento di 8 giorni (senza mai evocare l’I129 che contaminerà in eterno l’ambiente visto che ha un tempo di dimezzamento di circa 15,7 millioni di anni, ne il Krypton 85, ne il trizio, ne il carbonio 14, tutti gas "longevi" e dannosi). Ora l’iodio 131 non è che la parte emersa dell’iceberg radioattivo impiegata come comoda foglia di fico per nascondere la parte immersa. (Lo iodio 131, tra l'altro assente "per decadimento" nel carburante spento esploso,  è soltanto uno dei 78 prodotti di fissione di emivita superiore ad un giorno, figuriamoci se è l'unico a volatilizzarsi nei forni atomici in fusione. Gli elementi volatili, Iodio, Tellurio, gas rari (Xenon 133, ecc.) e cesio, prevalgono ma non sono gli unici. Prendono veramente la gente per fessi.)  Perché diciamolo chiaro e tondo sullo iodio, almeno per quanto concerne l’Europa, le “istanze” hanno furbescamente ragione: non c’è motivo di panico anche se va imperativamente precisato che la radioattività artificiale non è mai innocua e che non sarà priva di conseguenze. (E questione stocastica, il passaggio dello iodio sull’Italia scaverà necessariamente a termine un po’ di tombe, auguriamo non di qualche ministro.)  Ma avviciniamoci un po’ di più allo iodio 131. Nei combustibili delle 4 centrali di Fukushima al momento dello spegnimento d’emergenza c’erano probabilmente disponibili circa 200 millioni di Curie (7,4E18 Bq, 1643 gr.) di Iodio 131 - circa 2,4 volte  più che a Chernobyl-  (oggi ridotti per via del decadimento a circa 60 millioni). (Notiamo, en passant, che questi 7,4E18 Bq di I131 erano così poco pericolosi per le popolazioni locali e mondiali che avevano un potenziale letale ufficiale per inalazione –(5/7,6E-9 Sv/Bq = 6,58E8 Bq)- di soltanto 11 milliardi di dosi (7,4E18/6,58E8 = 11,48E9). )
Una dispersione omogenea (senza, è impensabile, nessuna ricaduta al suolo) di 60 millioni di Curie nei 1,27E18 metri cubi di emisfero nord preso su una altezza di 5000 metri porterebbe a meno di 2 Bq al metro cubo.  Lo iodio non è pertanto il reale problema (salvo belle piogge in grado di scaraventare al suolo consistenti quantitativi.) Il problema reale sono gli elementi alfa trasportati dalle particelle fini. Essi costituiscono un gravissimo pericolo polmonare e  la totale assenza di dati obiettivi che li riguarda, quanto riguardo l'uranio "impoverito" che non manca neppure quello per aria, giustifica in se la messa in allerta delle popolazioni e giustifica l’invito alla massima prudenza aerobica. Bambini il calcio può attendere e la ricreazione si può fare in aula. Bambini una particella di un micrometro di plutonio che si insedia in qualche tessuto uccide. Bambini abbiate pazienza, la contaminazione "concentrata" dell’aria durerà fin quando dureranno le emissioni a Fukushima e la prima ondata che riceveremo non sarà la più tossica. (Poi passeremo alla contaminazione permanente distribuita.)  E nessuno è in grado, purtroppo, di scommettere sulla fine di questa lenta ed immane tragedia atomica che rischia, a termine, di cancellare la civiltà giapponese e non solo.


I rilievi radiologici in Giappone. Rainout: http://atmc.jp/ame/

25. Marzo.
Result of the investigation on exposure to radiation of workers from cooperative companies at Unit3 in Fukushima Daiichi Nuclear Power Station(March 25, 2011)





Lack of data from Japan distresses nuclear experts L.A Times

3 commentaires:

  1. Dato che giustamente siete e siamo tutti preoccupati soprattutto per la salute dei piccoli, cosa consigliate di fare per le particelle alfa? Esiste un qualche rimedio? Forse il "suicidio preventivo" mi sembra di leggere tra le righe?
    Ma le generazioni che si sono sorbite tutto il fallout proveniente dagli esperimenti USA e URSS degli anni 50-60 con le bombe al Plutonio (sapendo che molti sono morti di leucemia negli USA) come reagirono all'evento tragico come questo o forse di più?

    Grazie.
    Daniele

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  2. L'unico che possiamo concretamente fare è tenere i nostri piccoli il più possibile al riparo. Lasciare passare la tempesta... aspettare che si mescolino democraticamente gli effluenti di Fukushima con gli altri residui atomici che fluttuano nell'aria... Miracoli non possiamo... La vita è un bene preziosissimo che va difeso. E vogliamo vivere. E vogliamo che i nostri figli vivano.

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  3. Per affrontare alla meglio la detossificazione (parziale, non facciamoci illusioni) delle particelle di metalli pesanti esistono varie sostanze naturali in grado di favorirne l'espulsione dall'organismo (Spirulina, algue Chlorella, Pau-Pereira, Pectina di mela, ecc.) Possiamo rimandare per esempio qui al libro del Dottor Giuseppe Nacci per disamina scientifica di alcune di esse. http://www.scribd.com/doc/48734665/Nacci-libro

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