jeudi 31 mars 2016

Chernobyl, Fukushima, Hiroshima e Semipalatinsk.




Sputare sulla memoria delle vittime della contaminazione atomica non è reato di negazionismo.

Sono cose risapute da chi coltiva gli ordigni atomici e ne conosce la massa. Nessuno sgancia una bomba atomica senza prima definire a che altezza farla scoppiare. Espresso in lingua comune questo significa che bisogna premeditare “politicamente” l’entità del danno radiologico locale ricercato che sarà o momentaneo o eterno... a seconda degli umori belligeranti… Tutti sanno che uranio e plutonio sono non soltanto degli esplosivi (che tra l’altro consumano solo in media globale il 10% della loro massa sparpagliandone nell’aria ben 90% tale quale) ma che sono anche soprattutto dei violentissimi e pazientissimi veleni longevi se incorporati, come lo sono pure i loro prodotti di fissione e di attivazione. Tutti gli stati maggiori sono pienamente consapevoli che un ordigno atomico è anche di per se, fatalmente, una bomba sporca in grado di sporcare più o meno intensamente i suoli a seconda dell’altezza alla quale la si fa scoppiare (meno di 6 milligrammi di plutonio 238 al km2 depositati al suolo in particelle sottili, ossia 0,1 Curie al km2, ed è zona proibita). Un ordigno i cui residui ridotti a particelle sottili sono in grado non solo di irraggiare di maniera esterna coi gamma artificiali che si elevano dal suolo ma pure di contaminare pericolosamente per via interna gli esseri viventi che mangiano e respirano sul posto.  Tutti sanno che un ordigno atomico uccide più a ritardamento su un tempo infinitamente lungo e sul intero pianeta con la contaminazione interna tramite l’alimentazione ed il respiro che sull’istante coll’irraggiamento esterno.

Altrimenti detto per rendere il proposito concreto mettendosi nei panni orrendi di chi prende questa decisione atomica e scegliendo Modena come immaginario e casuale bersaglio strategico, prima di lanciare la bomba atomica dobbiamo decidere se accontentarsi di demolire la città ed uccidere, anche con il solo lampo gamma e neutronico, i suoi abitanti facendo detonare l’ordigno ad una altezza superiore al raggio della sua palla di fuoco in modo tale che NON vi siano ricadute locali di particelle radioattive per via del potentissimo risucchio verso l’alto che segue ogni incandescente detonazione atomica ma che vi siano “soltanto” ricadute radioattive “mondiali”. Oppure in alternativa se oltre distruggere Modena e massacrare tutti i suoi abitanti vogliamo anche “politicamente” impedirne la futura ricostruzione facendo esplodere l’ordigno a terra in modo da trasformare il luogo in “eterna” zona proibita inabitabile ed incoltivabile per via del fatto dal 10 al 30% dei persistenti residui radioattivi della testata riposeranno in loco in questa circostanza. A Hiroshima e Nagasaki fu scelta la prima opzione salvaguardando il futuro prossimo delle due città, anche in previsione dello sbarco delle proprie truppe e riservando l’intero fallout all’intero pianeta senza futuro remoto, motivo per il quale hanno potuto essere ricostruite. Le due città erano in effetti indenni da contaminazione radioattiva particellare, salvo per i pochi ma estremamente aggressivi prodotti di attivazione al punto zero generati dai neutroni che si sono conficcati nel suolo e negli edifici[1]. Se avessero optato per detonare gli ordigni a terra, Hiroshima e Nagasaki sarebbero due altre invivibili Chernobyl o Fukushima. Lo sanno tutti i fisici nucleari civili e militari e lo sa pure la AIEA;  AIEA che di certo non trasloca né a Chernobyl, né a Fukushima, né in nessun luogo dove sono state eseguite delle prove atomiche con scoppio al suolo.  (Guardare quel che fanno[2] –e non fanno- gli istituti “nuclearizzati”, mai quel che dicono. Sono tutti marziali a spingere col fucile della falsa retorica fisica le popolazioni verso i campi di concentramento atomico ma loro fanno di tutto per non metterci piede a lungo. Ci vorrebbe una legge imperativa contro chiunque propagandi l’innocuità delle ricadute nucleari. E una contro-verità fisica e medica nemica della sicurezza pubblica mondiale, è un crimine contro l’umanità. E esattamente come chiamare doccia una camera a gas richiudendosi per di più volontariamente dentro.)

Invitiamo pertanto cordialmente i negazionisti atomici che, in varie lingue, paragonano Chernobyl a Hiroshima invece di paragonarlo a Mururoa, le Isole Marshall, Lop Nor, Semipalatinsk o Maralinga ove sono stati fatti scoppiare degli ordigni a terra, di passare dalle parole ai fatti andando in allegre comitiva internazionale a vivere proprio in quelle zone proibite dove non morirà mai nessuno per dimostrare sulla loro pelle e sulla genetica dei loro nipotini che la AIEA, i governi e gli stati maggiori sbagliano da sempre a tenere ben presente le letali ricadute atomiche a qualsiasi dosi.

Altri fallirono, in un certo senso, nel provare che lo zyklon B fosse un bagno schiuma, siamo sicuri che voi dell’internazionale negazionista non fallirete nello smentire le schiaccianti prove materiali apportate dagli scienziati militari stessi. Grazie a voi le superpotenze sviate finora dal loro proprio personale e dagli ospedali zeppi di morenti potranno finalmente impiegare queste benedette bombe sull’orlo del arrugginimento che in definitiva sono, faconda scoperta vostra, semplicemente potenti ma per nulla contaminanti. Via le ricadute! Via intere biblioteche plurilingue consacrate al soggetto con tanto di rilievi spettrometrici e di prove. Via le barriere di contenimento attorno ai siti delle esplosioni atomiche al suolo e delle centrali sventrate! Che si innalzi un centro turistico esclusivo nel limpido atollo di Muroroa ed un altro a Fukushima tra mare e montagna!  Che pacchia. Viva catastrofe nucleari e guerra atomica!  Non è più contaminazione radiologica senza cessate il fuoco. Una scoperta somma. E quello che in fondo cantate spensierati in coro multilingue. Continuate pure sarete accontentati.

Il premio Nobel post-mortem vi aspetta non vi è dubbio possibile. Anche se a dire il vero non vi è nessun bisogno che vi spostiate verso le zone maledette a modo da liquidatore, pompiere o semplice scienziato premuroso di provare che lì si vive benissimo immuni da ogni irradiazione, le particelle sottili vengono a voi ad ogni respiro ovunque vi troviate. Le prove atomiche di cui abbiamo ancora almeno 100 tonnellate radioattive alfa in circolazione atmosferica, Chernobyl, Fukushima, l’uranio impoverito polverizzato a migliaia di tonnellate, gli effluenti quotidiani dei reattori nucleari entrano ogni istante nei vostri corpi e si insediano dentro le vostre cellule per irradiarne dall’interno in modo cronico il DNA scatenando ogni sorta di disturbo e di patologia. E solo questione di tempo. La dura lex atomica è impietosamente uguale per tutti, per sempre e dappertutto.[3]


Bibliografia succinta

André M-E., Plutonium, poumons et effets de proximité, in  Etudes & Expansion,  n° 276, Liegi, Belgio, 1978. Sotto il titolo Uranium et  Plutonium c’est pas du chocolat  http://users.skynet.be/mauriceandre/

Cochran T.B., Arkins M., Hoenig M., Nuclear weapons databook, Natural Resources Defense Council, Inc., Ballinger Publishing Company, Washington, USA, 1999.

Exposure resulting from nuclear explosion, United Nations Scientific Committee on the Effects of Atomic Radiation (UNSCEAR), Vienna, Austria, 1982. http://www.unscear.org/docs/reports/1982/1982-E_unscear.pdf

Exposures to the public from man-made sources of radiation, United Nations Scientific Committee on the Effects of Atomic Radiation (UNSCEAR), Vienna, Austria, 2008.

Fechino J-F., Bilan de mission, Consultant en pollutions diffuses par uranium appauvri. Esperto presso le Nazioni Unite, 2004. https://view.publitas.com/p222-14223/jf-bilan-de-mission-irak-2003-2004/page/1

Flerschinger P., La colère nucléaire, Montauban, Francia, 2004. (Pubblicato a conto d’autore.) 

Froidevaux P., Haldimann M., Plutonium from above-ground nuclear tests in milk teeth: Investigation of placental transfer in children born between 1951 and 1995 in Switzerland, Environmental Health Perspective vol 116, p. 1731–1734, 2008.

Glasstone S., Dolan J.,  The effects of nuclear weapons, United States department of defense  & Energy research and development administration, Washington DC, 3e Edition, USA, 1977.

Gulf War Illness and the Health of Gulf War Veterans: Scientific Findings and Recommendations, Research Advisory Committee on Gulf War Veterans’ Illnesses Washington, D.C.: U.S. Government Printing Office, USA, November 2008.

The Chernobyl accident, UNSCEAR, 2012.

Nato handbook on the medical aspects of NBC defensive operations AmedP 6(B), Departments of the army, the navy, and the air force, Washington, D.C., USA, 1996.

Report on the accident at the Chernobyl nuclear Power station, NRC, Usa, 1987. (NUREG-1250)

Rolland M., Le Moal J., Wagner V., Roye D. & De Mouzon J., Decline in semen concentration and morphology in a sample of 26 609 men close to general population between 1989 and 2005 in France, Human Reproduction, Volume 0, n°0, p. 1–9, 2012.


Schedule II. Dose limits, Safety series n° 115, International Basic Safety Standards for Protection against Ionizing Radiation and for the Safety of Radiation Sources, AIEA, Vienna, Austria, 1996. http://www pub.iaea.org/MTCD/publications/PDF/SS-115-Web/Pub996_web-3.pdf
Straume T. & all,  Measuring fast neutrons in Hiroshima at distances relevant to atomic-bomb survivors,  Nature, n°424, p. 539-542, 2003.

Yablokov A. V., Nesterenko V. B. & Nesterenko A. V., Chernobyl: Consequences of the Catastrophe for People and the Environment, Janette d. Sherman-Nevinger, 2009.





[1] Detto effetto NIGA: Neutron Induce Ground Activation. Circa 10 anni fu, a riprova, scoperto un frammento di rame della celebre cupola di Hiroshima contenente nickel radioattivo indotto dal flusso di neutroni catapultato dalla bomba tramite la reazione nucleare 29Cu63 (n,p) -> 28Ni63.

[2] Un generale francese si fece fotografare immerso nella laguna di Mururoa la vigilia di una esplosione atomica e due giorni dopo i giornali con tanto di foto balneare titolavano: “Il comandante si fa il bagno l’indomani dello scoppio. La laguna è pulita.” La bugia nazista della doccia è stata subito adottata ed adattata dalle “democrazie” nucleari.

[3] Il nostro sperma europeo è già statisticamente fottuto e quelle poveri giovani folle di disperati che entrano ora in massa in Europa dopo aver respirato ingenti quantitativi di uranio depleto della guerra porteranno più malattia che figli. Appuntamento tra 5-10-20 anni. E un tragico copione già scritturato.

dimanche 13 mars 2016

Le tritium hérité des essais thermonucléaires aériens.



La réalisation des 251 Mt (251000 Kt) thermonucléaires « atmosphériques » pour la plupart entre 1952 et 1962 ont nécessité de la fusion de 1,9 t de tritium et l’embarquement ou le « breeding » in situ de 7,5 t (72,34 GCi) de ce tritium soit 4 fois plus qu’il n’en a été fusionné. Aussi excédentaire qu'indispensable à l'accomplissement de la puissance recherchée, une masse de 5,66 t de H3 non consommé (54,4 GCi ou 2012,8 EBq) a ainsi été dispersée dans le milieu sans que personne ne l’ait jusqu’à présent dénoncé. L’hémisphère nord est encore particulièrement marqué par ce tritium qui nous vient du passé et sème encore sournoisement la maladie et la mort

La démonstration physique de cet héritage thermonucléaire trité tient en deux lignes arithmétiques si résolument simples qu’on en reste coi dès lors que l’on sait que le « rendement de fusion » (Cf. p. 79) de l’ordre de 25% correspond au mieux à 1/4 de la masse explosive disponible. Apparemment les  inexperts préposés à la sécurité radiologique civile n’ont jamais su les écrire et ignorent même qu’une bombe atomique, quelle qu’elle soit, a toujours besoin de plus d’explosif qu’elle ne pourra en exploser.  Toutes ont en effet un plafond de rendement pratique qui ne dépasse jamais plus de 18% de leur rendement théorique pour les engins de fission et 25% pour les engins de fusion. Connaitre ces rendements c’est dès lors connaitre d’emblée la quantité de matière radioactive « inutilisée » qui a été déversée dans la nature par les « tests » atomiques de puissance connue.  Copieusement rétribués avec les deniers publics, ces atomistes sans poumons qui partagent notre destinée de victimes sur une terre plutonigène encore très fortement tritée sont des incapables patentés. Ils ne savent pas quantifier les masses de venins produites par les explosions atomiques. La radioprotection de l’humanité et de ses amènes castes gouvernantes a été confiée à un peloton d’exécution kamikaze.

 [(251000 Kt * 1,48E24 fusions DT par kt)/(6,0221415E+23/3) atomes de H3 par gramme = 1,866E6 gr fusionnés de tritium.]
 [(251000 Kt * 1,48E24 fusions DT par kt)/24,80% de rendement de fusion /(6,0221415E+23/3) atomes de H3 par gramme = 7,525E6 gr de tritium « embarqué ».]

On est là tragiquement bien au-delà de « l’apaisant » (Cf. Miskel p. 153) inventaire public ressassé à l’envie (2 kg de tritium « fabriqué » par Mt « thermonucléaire ») par l’amicale négationniste de l’UNSCEAR et les djihadistes atomiques associés prolixes en citations irréfléchies et en inculture toxique à destination des multitudes sacrifiées (dont ils font partie). Selon ceux-ci, qui ne comptabilisent que le tritium « secondaire » produit par activation neutronique, les essais atmosphériques de fusion auraient en effet répandu au plus 1,86E20 Bq de H3 (186 EBq pour une production moyenne de 740 PBq/Mt) soit  522 kg de ce radioélément (table 9 p. 213). [(7,40E17 Bq/Mt * 251 Mt)/3,557E14 Bq/gr = 522,2 kg.] Ceci présuppose un impensable rendement de 100%, ou presque, du tritium embarqué (que dans le chaos surchauffé de la mixture DT surcompressée tous les atomes de tritium se fondent avec un atome de deutérium) et une inconcevable efficience de 80 Kt/kg de la charge effective. Nous nous étonnons que de si brillants cerveaux capables sur papier de si hauts rendements de fusion n’aient pas tous été enrôlés et de suite galonnés par leurs armées respectives. Nous nous surprenons par contre moins que nombre d’entre eux soient morts prématurément pour leur nihilisme envers leur devoir sacré de vérité, envers la santé de leur agriculture nourricière, envers leur propre conservation, envers la protection de leurs propres enfants, envers l’humanité qui depuis l’avènement de l’industrie nucléaire civile et militaire les a mandatés à l’impérative surveillance radiologique de l’environnement.  (NB. L’AIEA retient que l’ensemble des explosions atomiques de fusion et de fission aériennes et souterraines ont introduit 816 kg de tritium sur terre. Cf. Schell, Sausay & Payne, p. 376 table 1).

La réalisation de 1 Kt « thermonucléaire » soit la libération de 2,61145E25 MeV, sachant que la fusion H2-H3 délivre 17,59 MeV, suppose 2,61145E+25/17,59 = 1,48E24 fusions et donc qu'autant d'atomes de H3 et de H2 y participent soit une masse de 7,44 gr de tritium par Kt [1,485E24/(6,0221415E+23/3) = 7,4 gr.] et de 4,97 gr de deutérium par Kt [1,485E24/(6,0221415E+23/2) = 4,97 gr.] pour un mélange total de 12,4 grammes par Kt. 1 kg de ce mélange entièrement fusionné contient ainsi une énergie de 1000 gr/12,40069 gr/Kt = 80,64 Kt/kg. Toutefois en raison du plafond pratique du rendement des dispositifs situé autour de 20 Kt/kg (Op. cit. Gsponer & all p. 79), au plus 20 Kt/kg/80,64 Kt/kg théorique = 24,801% de cette énergie potentielle par Kt sera réalisée ou plus précisément au plus 24,8% des atomes de la charge entreront en fusion. Cela implique qu'il faudra pour cela disposer au moins de 4 fois plus de combustible qu'il n'en sera réellement fusionné. (NB. Une partie du tritium est fabriquée in situ par fission du lithium obtenue avec la bombe A d'amorçage de 20 à 200 Kt ou par fusion de deux atomes de deutérium.) Par conséquent pour réaliser 1 Kt il faudra en fait apprêter 12,40 gr * 1/24,80% = 50 gr de combustible dont 30 gr de tritium par Kt. Autrement dit 22,5 gr/Kt soit 22,5 kg/Mt de H3, avec une activité radioactive de 218,04 KCi/Kt soit 8,07 PBq/Kt ou 218,04 MCi/Mt soit 8,07 EBq/Mt sont dispersés lors des explosions thermonucléaires et non pas 2,08 kg/Mt soit 740 PBq/Mt comme l’affirme la vulgate négationniste pseudo savante.

[Activité spécifique du H3: Ln(2)*6,0221415E+23/(3*12,33*365,2422*24*60*60) = 3,57E14 Bq/gr soit 9664,8 Ci/gr et 1,034E-4 gr/Ci.]

Terme source du H3 non consommé dispersé dans l'atmosphère au cours des essais thermonucléaires aériens: 2,02E21 Bq soit 5,66 tonnes de tritium. Les retombées au sol et en mer ont été avec le temps de l'ordre probable de 1,91E21 Bq de H3 et pour autant de 5,38 tonnes soit 95% de l'inventaire. 

Si l’on considère 64 (trop) abondantes années de décroissance, l'activité résiduelle surfacique mondiale se situe aujourd'hui en 2016 autour de 5,20E19 Bq. Pour une distribution hypothétique des dépôts semblable à celle avancée pour les retombées de plutonium par Hardy, Kreyet Volchok (1972), 4,09E19 Bq de H3 reposent probablement dans l'hémisphère Nord (78,72%) avec une moyenne de 160549 Bq/m2 et 1,11E19 Bq sont eux disséminés dans l'hémisphère Sud (21,28%) avec une moyenne de 43400 Bq/m2.

The Physical Principles Of Thermonuclear Explosives, Inertial Confinement Fusion, And The Quest For Fourth Generation Nuclear Weapons. Gsponer et Hurni. P. 79

Projection Hardy & all appliquée aux retombées surfaciques de tritium de 1,91E21 Bq soit 5,38 t provoquées par les essais thermonucléaires aériens de 251 Mt qui se sont déroulés pour l'essentiel en 10 ans entre 1952 et 1962. On notera que l’inventaire surfacique résiduel de l’UNSCEAR qui intègre H3 de « fusion » et de « fission » est 8 fois moindre du nôtre qui ne comprend ici que le tritium « thermonucléaire embarqué ». (Selon l’UNSCEAR les essais thermonucléaires aériens ont disséminé autour de 522 kg de tritium et l’ensemble des essais aériens de fusion et de fission environ 670 kg.)

Hémisphère nord

78,72%
1952-1962
2016
Unscear 2016
Parallèles
m2
% dépôt
Bq/m2
Bq/m2
Bq/m2
80-90
3,90E+12
0,12%
5,85E+05
16006
1909
70-80
1,16E+13
1,28%
2,10E+06
57623
6871
60-70
1,89E+13
9,24%
9,35E+06
256100
30537
50-60
2,56E+13
10,17%
7,60E+06
208081
24811
40-50
3,15E+13
21,19%
1,29E+07
352138
41988
30-40
3,64E+13
20,03%
1,05E+07
288113
34354
20-30
4,02E+13
11,80%
5,61E+06
153660
18322
20-10
4,28E+13
3,14%
1,40E+06
38415
4580
0-10
4,41E+13
1,75%
7,60E+05
20808
2481






Hémisphère sud

21,28%
 1951-1962
2016
Unscear 2016
Parallèles
m2
% dépôt
Bq/m2
Bq/m2
Bq/m2
0-10
4,41E+13
4,04%
1,75E+06
48019
5726
10-20
4,28E+13
2,36%
1,05E+06
28811
3435
20-30
4,02E+13
4,79%
2,28E+06
62424
7443
30-40
3,64E+13
4,45%
2,34E+06
64025
7634
40-50
3,15E+13
3,37%
2,05E+06
56022
6680
50-60
2,56E+13
1,57%
1,17E+06
32013
3817
60-70
1,89E+13
0,58%
5,85E+05
16006
1909
70-80
1,16E+13
0,11%
1,75E+05
4802
573
80-90
3,90E+12
0,01%
5,85E+04
1601
191