jeudi 25 juin 2009

Pellet radioattivo


Anche i vigili del fuoco di Napoli hanno rilevato in città cesio 137 nelle ceneri di una stufa a pellet. La concentrazione radioattiva vi era tale da dover provvedere alla messa in sicurezza della stufa, della canna fumaria e del aspirapolvere usato per raccogliere le ceneri. Avvenuta con ogni probabilità durante l'intero inverno scorso senza che scattasse nessun allarme, la combustione di pellet radioattivo configura un grave pericolo per la salute dei cittadini e un grave danno per l’ambiente. L'inalazione di sostanze radioattive disperse in polveri sottili coi fumi della combustione costituisce in effetti un significativo rischio di contaminazione interna. Stando ai dati radiologici pubblicati dall’ARPA sul pellet e sulle ceneri si desume che questa dispersione aerea riguardi circa il 32% della massa radioattiva presente nel pellet. Figlio di Chernobyl questo cesio 137 non è purtroppo l’unico radio-elemento presente, ma soltanto puntigliose analisi permetteranno di rilevare gli altri contaminanti. (Stronzio 90, plutonio 238, 239, 240 e 241, nonchè americio 241 e curio 244 dovrebbero, stando alla legge fisica, avere insieme una attività pari a quella del cesio). L'immobilizzazione di una polvere sottile radioattiva nei tessuti è a termine fonte di tumore per via della ripetuta aggressione subita da un medesimo gruppo di cellule. L'AIPRI sottolinea che una apparentemente innocua emissione di 1 Bq al secondo significa più di 31 milioni di pericolose emissioni in un anno.

Paolo Scampa
PS.

Sapendo che le ceneri del pellet contano per il 0,6% del peso iniziale del pellet. Bisogna pertanto bruciare 166,7 kg di pellet per produrre 1 kg di ceneri. (1 kg di ceneri = 1/0,6% = 166,67 kg di pellet. Verifica 166,7 kg * 0,6% = 1 Kg)

L'Arpa informa che in 1 kg pellet vi sono in media 25 Bq di Cesio. http://www.arpa.veneto.it/comunicazioni/docs/comunicati/tabelle.pdf

Se tutta la massa radioattiva fosse stata trattenuta nelle ceneri si dovrebbe trovare in 1 kg di ceneri: 166,7 kg * 25 Bq = 4166 Bq. Ora l'Arpa segnala che in media in 1 kg di ceneri vi sono 2800 Bq di Cs. Mancano dunque al conto 1366 Bq.
(4166 - 2800 = 1366 Bq)

Questi 1366 "Bq" mancanti si sono pertanto dispersi nell'ambiente. Si desume perciò che il 32% della massa dei radioelementi presenti nel pellet (Cesio, plutonio, stronzio, americio, curio) si sia diffuso nell’aria.

Fisici nucleari del Gran Cazzo

Dopo due mesi di continue esalazioni radioattive di gas radon nella zona dell’Aquila non si è ancora udito l’allerta di nessuno dei fisici nucleari del laboratorio del Gran Sasso sulla potenziale insidiosa pericolosità di queste fughe che potrebbero aver inquinato anche l'acqua. Più grave ancora, non si è neppure letto di loro analisi radiologiche dell'acqua nonostante dispongano della strumentazione necessaria per effettuare questo imperativo controllo per la tutela della salute pubblica. Siffato silenzio la dice tutta sulla mediocrità della loro preparazione nucleare, sul carattere terroristico/kamikaze per la società della loro disciplina e sulla loro inumanità
.
PS. In risposta agli insulti gratuiti rilasciati da un coraggioso anonimo, l'Aipri informa umilmente che anche la natura a volte varca le soglie del pericolo radiologico. Consulti qualche documento scientifico, dell'Arpa per esempio o della AIEA. Si informi pure sulla rete mondiale di monitoriaggio del radon e sulle soglie di tolleranza del radon nelle acqua. (Vedere a partire del minuto 7 http://dailymotion.virgilio.it/video/xdch0q_du-poison-dans-l-eau-du-robinet-4-6_news). Inoltre, sottolineo che per fortuna non commanda la nostra radioprotezione ne il nostro esercito. Ci ammazzerebbe tutti, non si degnerebbe acconsentire nessun rilievo radiologico. Bravo ! Viola già il primo principio della radioprotezione. La radioprotezione, caro signore, vive su un principio di allerta permanente. I dati hanno il compito di farla cessare. Perché solo i dati garantiscono che non ci sia lì una radioattività dannosa. Per un piccolo ricordo storico sulle acque radonifere la rimando al commandate M.E André, "Monsieur Nucléaire", esperto NBCR a funzione esclusiva. (Fu l'esercito americano di stanza a Visé, Belgio, durante la seconda guerra mondiale, a notare l'eccessivo livello di radon nelle acque di Visé e a proibirne immediatamente l'uso ai suoi soldati. Ci vollero più di 20 anni ed un spaventoso tasso locale di tumori prima che le autorità accogliessero le inconfutabili complementari prove radiologiche portate da M.E André, nel frattempo diventato cittadino di Visé.)


http://users.skynet.be/mauriceandre/coursradioprotection1.htm


C’est en janvier 1971 que je découvris que l’eau alimentaire de Visé contenait énormément de radon 222. Il me fallut 2 années de luttes et d’accrochages avec toutes les autorités, à tous les échelons, pour les décider à fermer en 1974 le captage coupable nommé le Pletrou, qui desservait à la population visétoise de l’eau radonifère à plus de un million de becquerels au mètre cube en radon 222. Ce captage était foré dans un puits situé dans une veine uranifère locale et venait d’un cours d’eau souterain d’Allemagne en traversant d’autres veines uranifères souterraines, qui autrefois furent exploitées en Allemagne, et rejoignait La Meuse juste sous le niveau de ce fleuve, à Visé.

mardi 16 juin 2009

Pellet ecologico al cesio e al plutonio.

Tchernobyl brucia di nuovo con tutto il suo ventaglio di sostanze radioattive nelle stuffe a pellet italiane e con ogni probabilità europee. Questa domestica combustione di legno intriso di radioattività di cui il cesio forma soltanto una parte configura un sicuro disastro sanitario in avvenire. L'inalazione di sostanze radioattive disperse in polveri sottili coi fumi della combustione rappresenta in effetti uno splendido caso di contaminazione interna di cui si avviseranno le conseguenze tumorali per piccoli e grandi tra una decina d'anni. L'AIPRI sottolinea che a 23 anni del disastro di Tchernobyl il cesio 137 conta adesso per circa la metà dell'attività radioattiva riscontrabile. L'altra metà essendo principalmente portata dallo stronzio 90 (23% dell'attività), dai plutonio 238 (0,19%), 239 (0,34%), 240 (0,53%) e 241 (17%), nonchè dai micidiali americio 241 (0,04%) e curio 244 (0,01%). L'AIPRI ricorda umilmente che l'immobilizzazione di una polvere sottile radioattiva nei tessuti è a termine fonte di tumore per via della ripetuta agressione subita dagli stessi tessuti. L'AIPRI ricorda anche umilmente che una emissione di 1 Bq al secondo significa 31536000 emissioni in un anno. L'AIPRI augura buona fortuna alle autorità e ai loro polmoni.

Paolo Scampa